Lesione renale in Africa: come eseguire la dialisi e salvare vite senza mezzi né strutture dedicate

A cura del Dott. Stefano Picca, nefrologo presso l’Aventino Medical Group, Roma

Quando i reni si ammalano e smettono di funzionare, la vita è in pericolo. Non tutte le malattie renali sono irreversibili (Malattia Renale Cronica – CKD). Quando la lesione renale è reversibile (Lesione Renale Acuta – AKI), spesso è necessario sostituire temporaneamente la funzione renale con la dialisi (depurazione del sangue) in attesa del recupero.

La dialisi può essere effettuata prelevando il sangue da un vaso del paziente e facendolo passare in una macchina che lo “pulisce” (emodialisi) oppure attraverso un catetere posizionato nell’addome tra le anse intestinali. L’addome viene periodicamente riempito e svuotato con una soluzione sterile che depura il sangue che circola nella cavità addominale (dialisi peritoneale – PD). Quest’ultima è più semplice da realizzare, comporta costi inferiori ed è la modalità di dialisi raccomandata nei Paesi a basso reddito.

Un incontro determinante

Nel 2013 ebbi l’occasione di incontrare, durante una conferenza, la professoressa Mignon McCulloch, responsabile del Dipartimento di Nefrologia Pediatrica del Red Cross Children’s Hospital di Città del Capo, Sudafrica. Dirigeva (e dirige tuttora) il più grande programma educativo per la diagnosi e la terapia della LRA pediatrica con dialisi in Africa.

Io provenivo da un’esperienza maturata in un contesto “ad alta tecnologia” presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, circondato da macchinari sofisticati, apparecchi elettronici all’avanguardia e numerosi collaboratori specializzati.

Rimasi semplicemente sbalordito quando ascoltai la domanda:

«Come puoi salvare dalla morte un paziente con LRA quando non hai il materiale, né personale formato e pochissimo tempo a disposizione?»

Mi sembrò la sfida più grande in assoluto. Con il suo patrocinio sono diventato Educational Ambassador dell’ISN e ho iniziato a recarmi in Paesi africani francofoni e anglofoni per insegnare la PD.

L’iniziativa “Saving Young Lives”

Questa attività di formazione rientra nell’iniziativa Saving Young Lives (SYL) dell’ISN. Consiste nell’adattare materiali non specifici alla PD e formare medici e infermieri inesperti alla sua applicazione.

Ad esempio:

  • al posto dei cateteri specifici per PD, è possibile adattare sonde vescicali o tubi di drenaggio da posizionare nell’addome del paziente, con ottimi risultati;
  • le soluzioni sterili dedicate possono essere sostituite da semplici soluzioni fisiologiche arricchite con altri componenti essenziali come elettroliti o glucosio.

Un’esperienza arricchente

Circa 200 tra medici e infermieri sono stati formati durante la mia attività in Sudafrica, Costa d’Avorio, Senegal, Gabon, Algeria e Camerun.
Al di fuori dell’Africa, sono stato invitato anche in Haiti e in India.

Su un piano personale: ho avuto una lunga carriera, ricca di soddisfazioni, ma senza dubbio questa è stata la scelta più gratificante della mia intera vita lavorativa.

Risultati

I medici e gli infermieri formati dal programma SYL hanno trattato più di 500 pazienti utilizzando la PD, raggiungendo un tasso di sopravvivenza del 65%.

«Un catetere può salvare una vita.»